CONCEPT 2021
La CONOSCENZA è quell’irresistibile aspirazione umana che ci spinge oltre il nostro comune sentire, a superare orizzonti, a disegnare prospettive nuove e la propensione che abbiamo a dare senso alle cose. Conoscere è raggiungere una comprensione profonda, ricomporre la frammentarietà delle informazioni, dei dati grezzi e parziali, in un tutto organico che dia significato e sostanza a quello che siamo e alle nostre civiltà.
La conoscenza è ambizione e coraggio, tensione verso l’ignoto meravigliosamente spaventoso e pericolosamente attraente; è viaggio, migrazione, esplorazione, scoperta; è indagine e inchiesta; è scavare nelle realtà altre, oltre il visibile, attraverso la fisicità e complessità dei sensi. Conoscere è conoscersi attraverso lo sguardo dell’altro, antidoto contro ogni presunzione, reticenza, pregiudizio, timidezza. Conoscere e lasciarsi conoscere. Conoscere è riappropriarci della nostra memoria storica, dimenticando, anche, quando occorre, perché non c’è conoscenza senza la capacità di filtrare ciò che è davvero importante.
Conoscenza di noi e del mondo dentro e fuori di noi, a partire dagli ecosistemi e i delicati equilibri del nostro pianeta, tra spazio antropico e natura, verso l’infinitamente grande nello spazio e nel tempo, tra astrofisica e fantascienza, e verso l’infinitamente piccolo, nel nanomondo, in quel brulicante regno di batteri e corpuscoli che popolano il pianeta al confine tra la vita e la non vita. Ma conoscenza è anche un viaggio nella nostra mente, nella nostra psiche e nei processi neuronali che la governano, cercando risposte tra i segreti delle nostre capacità cognitive.
Si può conoscere attraverso le vie più diverse e insospettabili, dalla scienza alla spiritualità, dall’esperienza all’immaginazione, seguendo il pensiero dei grandi filosofi e la penna degli scrittori, attraverso la comicità rivelatrice delle storture e lo sconvolgimento emotivo della tragedia, il rigore della logica e la potenza destabilizzante del dubbio. Un percorso mai solitario, che si nutre di socialità e relazione. La conoscenza è nel linguaggio, attraverso quella parola che, dando nome alle cose, le definisce e le possiede. Si conosce attraverso la lingua, le lingue e i più diversi codici espressivi; attraverso la voce, certo, ma anche attraverso i silenzi, la gestualità, la postura, l’ascolto; attraverso le arti, il teatro, il cinema, la musica e il canto, con quell’intreccio tra comunicazione verbale e non verbale che fa scaturire epifanie.
Con la globalizzazione, la smaterializzazione e una realtà che fluisce senza più barriere tra fisico e virtuale, la conoscenza è diventata la cifra del capitalismo contemporaneo, trasformando i processi di produzione, la concezione del lavoro e delle professionalità e le esperienze di consumo, con effetti epocali sull’economia reale e sui mercati. Un’economia sempre più globale, che si propaga e si moltiplica su reti lunghe o extra-locali, ha bisogno sempre più di comunità epistemiche, educazione, formazione, informazione.
In quest’era dei big data, delle big tech, dell’IoT e dei digital enablers, popolata da intelligenze artificiali e da un’umanità aumentata, dove l’informazione si propaga sovrabbondante e inarrestabile tra uomini macchine e cose, la conoscenza è potere.
È il bastione delle libertà individuali e collettive, è la base della democrazia e l’arma di difesa più potente contro tutte le forme di dittatura, sorveglianza e sopraffazione. La conoscenza è consapevolezza ed emancipazione, strumento con cui combattere l’opinione comune, le forme distorte di conoscenza e pseudoscienza, e distinguere tra quello che sappiamo o che crediamo di sapere, tra quello che ignoriamo o che vogliamo ignorare. Se è vero che la società di domani richiederà originalità di pensiero e capacità di comprensione del nuovo, è solo con la conoscenza che possiamo partecipare attrezzati e consapevoli alla costruzione del nostro futuro.