> BIO | VITALI Andrea
Nato (nel 1956) e cresciuto a Bellano, sul lago di Como, dopo aver frequentato il liceo classico, rinuncia al desiderio di diventare giornalista e, per soddisfare la volontà paterna, si laurea in medicina all’Università Statale di Milano nel 1982. Nel 2014 abbandona la professione medica per dedicarsi alla scrittura. In campo letterario esordisce nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore (premio Montblanc per il romanzo giovane). Nel 1996 vince il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il vero successo giunge nel 2003 con Una finestra vistalago (premio Grinzane Cavour 2004, sezione narrativa, e premio Bruno Gioffrè 2004). Nel 2004 esce il romanzo La signorina Tecla Manzi. Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con La figlia del Podestà, che è stato finalista anche al Premio Stresa. Nel 2008 ha vinto il Premio Boccaccio per l’opera omnia e in particolare per La modista, con cui ha ottenuto anche il Premio Hemingway. Il suo romanzo Almeno il cappello è stato tra i finalisti sia allo Strega che al Campiello 2009. Le sue ultime pubblicazioni sono A cantare fu il cane e Bello, elegante e con la fede al dito, (entrambi Garzanti, 2017), Nome d’arte Doris Brilli. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti, 2018), Documenti, prego (Einaudi, 2019) e Un bello scherzo (Garzanti, 2021).
Al Festival 2022 il suo intervento con Fazio Armellini, Francesco Pellicini, Max Peroni è stato:
Binario morto
Racconto e spettacolo di teatro dello scrittore Andrea Vitali, oggi tra i romanzieri più apprezzati e letti in Italia, definito dalla critica letteraria “Il Camilleri del nord”. Un racconto emozionante costituito da due voci narranti (Vitali e Pellicini) e da due musicisti (Peroni chitarra e voce, Armellini fisarmonica) che contrappone il sogno alla realtà, il vano trascorrere di un tempo che, infondo, non esiste perché inghiottito “Da un treno carico di passeggeri entrato in una galleria e poi svanito nel nulla dopo aver disobbedito ad un ordine di partenza preciso del capostazione”. Un treno carico di vite apparentemente e misteriosamente disperse, il cui viaggio nel tempo, reale ed inenarrabile, termina soltanto cinquant’anni dopo la sua corsa iniziale facendo capolinea, in una gelida notte invernale, proprio su di un binario morto di quella stessa stazione ferroviaria da cui era partito, disobbedendo, soltanto di qualche minuto, all’orario d’inizio corsa inutilmente prestabilito. Al ritorno di quel treno, l’inaspettato quanto poetico dialogo notturno tra il capostazione ed il suo capotreno – condotto con sapiente abilità narrativa da Andrea Vitali – traccia la fine di un viaggio reale trascorso al di là del tempo e conclusosi soltanto a causa di un assordante rumore di frenata all’arrivo dell’ormai vecchio e superato convoglio in quella stessa stazione. “Se quel treno non avesse fatto cosi tanto rumore – confida appunto il capotreno al capostazione – lui ed i suoi passeggeri sarebbero finalmente scesi e se ne sarebbero andati ciascuno per conto proprio…
A Parole e voci sul mare il suo intervento è stato:
domenica 25 luglio > 21:30 > Terrazza Miramare
Un bello scherzo
Presentazione del libro di Andrea Vitali Un bello scherzo, Garzanti, 2021, in cui ritroveremo Ernesto Maccadò, il giovane maresciallo di origini calabresi e fresco sposo dell’allegra Maristella, già incontrato in diversi romanzi ambientati nella Bellano degli anni Trenta.
L’evento è stato introdotto da Rosangela Bonsignorio, direttrice del Festival della Comunicazione.
Al Festival 2019 i suoi interventi sono stati:
con Antonio Prudenzano
Aperitivo con l’autore. Andrea Vitali, quando un autore legge se stesso
Il grande romanziere, cantore di Bellano e del suo lago, racconta la bellezza di dar voce alle proprie storie. Con il giornalista Antonio Prudenzano. In collaborazione con Audiolibri Salani
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con Max Peroni, Francesco Pellicini, Fazio Armellini
Già, infatti è così
Lo spettacolo, di teatro canzone letteratura, trae spunto da un intenso testo inedito scritto dello stesso Andrea Vitali, autore di libri oggi tra i più apprezzati in Italia e non certamente nuovo – con esiti altrettanto brillanti – alle trasposizioni teatrali delle sue opere letterarie. Protagonista del racconto, scandito dalla presenza di 2 attori interpreti (Francesco Pellicini e Andrea Vitali) e due musicisti (Massimiliano Peroni cantautore + chitarra classica, Fazio Armellini fisarmonica), è il maestro “Gaspare Bomboletti”, stimato professore di paese che la sera della vigilia di Natale – alzatosi improvvisamente nel cuore della notte avvolto da un nostalgico senso di vuoto – ripercorre la sua fragile esistenza contrapponendola, attraverso il sogno di una visione di affetti reali, all’inesorabile trascorrere del tempo, qui inteso come metafora del limite umano. L’apparizione nella notte della madre defunta, dell’amata d’infanzia e dell’amico scomparso in gioventù (apparizione reale o frutto soltanto di un sogno?), perfettamente tratteggiata dalla sapiente creazione letteraria dello scrittore, rende certamente avvincente il finale della storia narrata (e cantata) portando lo spettatore alla riflessione sul senso più profondo della vita. Ne consegue un cammino teatral – letterario, intervallato dall’esecuzione di dolci canzoni a tema, cui piacevolmente abbandonarsi incuriositi dall’epilogo spiazzante di un’alba ormai dietro l’angolo.
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Al Festival 2018 il suo intervento è stato:
Visioni di lago
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