BIO | SALVEMINI Severino

RITRATTO_SALVEMINIseverino

Economista dell’Università Bocconi, attualmente è presidente della Fondazione Adecco. Consigliere di amministrazione di Dea Capital RE, di Chiorino Spla, di Zegna Baruffa e della Fondazione Vico Magistretti. È inoltre membro dei comitati scientifici della Fondazione Corriere della Sera di Milano e della rivista Prometeo. La sua attività principale si colloca nella gestione delle istituzioni culturali e nell’economia dei settori creativi.

Al Festival 2024 il suo intervento con Alessandra Perrazzelli e Francesco Profumo sarà:

Nel solco della speranza: le banche e i giovani che vogliono fare impresa

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Al  Festival 2022 i suoi interventi sono stati:

con Cinzia Leone, Pierluigi Pardo
Aperitivo del Festival – Chef Portraits. Artisti in cucina
Il grande disegnatore americano Saul Steinberg diceva che “l’arte precede la tecnica come il profumo precede la torta”. Non c’è riflessione più appropriata per commentare il lavoro di cuochi e ristoratori che in Italia portano avanti la professione culinaria di qualità. Perché gli chef sono veri artigiani e artisti e vanno pertanto ritratti e celebrati con il linguaggio dell’arte, in questo caso gli acquerelli.
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con Beppe Severgnini, Jacopo Rampini
Canaglierie. Rispondere al mondo per le rime
Poemetti attaccabrighe sull’attualità, dal mondo aziendale ai sentimenti, dal sesso all’etica della classe dirigente, dal potere alle gioie e dolori del Bel Paese. Un affresco dei tempi contemporanei scanzonato e irriverente, dai contenuti caustici, pungenti, mascalzoni e un po’ malvagi. Non-poesie, quindi, che rifanno il verso alle liriche più conosciute seppur con toni decisamente meno politically correct. “Canaglierie” scritte con la spavalderia di chi, alla fine di un percorso professionale di successo, può assumersi il rischio di non fare sconti a nessuno.
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Al Festival 2021 i suoi interventi sono stati:

con Milo Manara
Una vita in bilico sul comune senso del pudore
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con Cinzia Leone
È possibile ritrarre la musica?
Grazie a una serie di dipinti di musicisti jazz italiani e stranieri il curioso libro “Jazz Frames” incontra attraverso inquadrature non canoniche i maestri della musica jazz. Un saggio che combina le note musicali ai colori dolci e aggraziati dell’acquerello.
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con Guia Soncini
Contro l’indignazione permanente
L’incontro prende spunto dalla presentazione dell’ultimo libro della opinionista Guia Soncini “L’era della suscettibilità” (ed. Marsilio, 2021). Il divertente saggio fa il punto su un dilagante atteggiamento della nostra epoca: l’abitudine a smettere di discutere le idee altrui e a sostituirle con sentenze definitive. Un prontuario che ci ricorda la necessità di allegra leggerezza e della tolleranza di pensiero.
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Al Festival 2020 i suoi interventi sono stati:

con Neri Marcorè
54 sfumature di Neri
Un incontro con variazioni sul tema.
Imitatore, doppiatore, presentatore televisivo e cantante, Neri Marcorè è uno dei protagonisti più versatili del mondo delle spettacolo italiano. A Camogli festeggerà i suoi 54 anni, compiuti il 31 luglio, con un incontro all’insegna dell’ironia, inanellando pezzi noti e meno noti che rappresentano la sua formazione musicale, legata a esperienze di vita personali, o che semplicemente ha piacere di condividere con il pubblico come patrimonio musicale comune. A fargli da spalla, sul palco, Severino Salvemini.
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con Fabienne Agliardi
Colazione con l’autore. Buona la prima
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con Lorenza Baroncelli, Serena Bertolucci, Salvatore Bragantini,
Perché tanti uomini incompetenti diventano leader?
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con Enrico Galiano
Colazione con l’autore. L’arte di sbagliare alla grande
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Al Festival 2019 i suoi interventi sono stati:

con Alessandro Robecchi
Tempi nuovi: più civili o più incivili?
Il nuovo noir di Alessandro Robecchi (Sellerio), ricco di colpi di scena e ambientato nella  Milano contemporanea. È l’ottava avventura di Carlo Monterossi, detective senza una precisa professione investigativa. Introduce Severino Salvemini.
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con Cinzia Leone
I nostri film preferiti
Attraverso la presentazione del libro di Severino Salvemini “Una vita in dieci film. Duecento (e più) personaggi famosi intervistati sui film della loro vita” (Castelvecchi), verrà svelata la hit parade del cinema che piace alla nomenklatura italiana
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Al Festival 2018 i suoi interventi sono stati:

con Gianni Coscia
Le liste degli altri – aperitivo semi-alcolico
Appuntamento semi-alcolico con la musica, basato sulle playlist di 139 italiani raccolte da Severino Salvemini e interpretate dalla fisarmonica di Gianni Coscia.

con Gabriele Muccino
Il cinema italiano soddisfa lo spettatore globale?
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Al Festival 2017 il suo intervento con Luca Nesi, Maurizio Ronzoni e Fedele Usai è stato:
Stampa digitale, libri e nuovi media: l’innovazione al servizio dell’editoria e dei lettori
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Inoltre, con Alessandra Perrazzelli, Elisabetta Rubini e Paola Schwizer:
Strategie al femminile
Donne e lavoro. La tematica della conciliazione tra famiglia e lavoro è ormai entrata nel sentire collettivo ed è aumentata la sensibilità politica e sociale verso iniziative che aiutino le madri lavoratrici a far coesistere le due dimensioni. Nei fatti tuttavia le difficoltà restano. È davvero superata l’idea che le donne siano le candidate privilegiate per carriere in cui si gestisce molta responsabilità ma poco potere economico, imprenditoriale o politico? Anche in Italia cominciano ad emergere figure di donne lavoratrici che si avventurano sul terreno del pensiero strategico sia teorico, come è  il caso di filosofe e scienziate, che manageriale, economico, politico, in cui l’assunzione di decisioni e il disegno di strategie acquistano rilievo sempre maggiore. Ma è davvero così a tutti i livelli? La strada è aperta proprio a tutte?
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Infine, con Cinzia Leone:
Si possono disegnare i fantasmi?
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Al Festival 2016 il suo intervento è stato:
La musica della tua vita
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Inoltre in dialogo con Tullio Pericoli:
“Quanti ritratti, caro Umberto”

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Ha intervistato Vittorio Malacalza:
31 minuti con Vittorio Malacalza

Infine ha moderato l’intervento di Evelina Christillin e Stefania Giannini dal titolo:
La sostenibilità della cultura: economicità e qualità per una cultura sostenibile


Al Festival 2015 i suoi interventi sono stati:

In dialogo con Alessandra Perrazzelli e Giovanni Tamburi,
Fine della crisi, fine della finanza?

In dialogo con Gianni Canova e Angela Vettese,
Quanto e come l’arte contamina l’economia?
Quando le arti contemporanee contaminano l’economia. Dove l’economia post-industriale prende spunti per una creatività fresca e per una innovazione più radicale? Sicuramente non nell’ambiente tradizionale e canonico del business, che spesso imprigiona continuamente a pensare in modo paradigmatico e convenzionale. Occorre invece spingersi fuori dal seminato e un buon suggerimento è lo stimolo che può provenire dalle arti contemporanee (dico arti, al plurale, e pertanto quelle figurative, come anche quelle musicali, cinematografiche, letterarie, teatrali e così via). La prima riflessione deriva dalla sintonia con la contemporaneità della cultura. L’arte contemporanea produce nuovi linguaggi espressivi, che poi dovrebbero introiettarsi nei prodotti economici, che mai come oggi necessitano di contributi simbolici ed evocativi, tipici della stagione della post-modernità. La seconda riflessione riguarda la responsabilità della classe imprenditoriale e manageriale (come elemento fondamentale della classe dirigente) nel saper riconoscere queste nuove onde di senso. La classe imprenditoriale italiana (e i massimi responsabili delle aziende di alta gamma sono proprio la punta di diamante di questo ceto sociale) dovrebbe sostenere il più possibile i breakthrough dei prodotti, uscendo il più possibile dal contesto consolidato del proprio settore, attraverso una orizzontalizzazione delle conoscenze. La frequentazione e il sostegno delle arti contemporanee hanno l’obiettivo non solo di sponsorizzare l’evoluzione artistica e/o di trarre personale godimento dalla fruizione intellettuale, ma anche lo scopo di mantenere alta una curiosità nei confronti dell’avanguardia che – molto più di quanto superficialmente si possa pensare – può essere integrata nel prodotto e nel servizio di alta qualità. Un esempio significativo si legge nella recente biografia dell’imprenditore Steve Jobs, quando racconta l’impressione che gli fece una visita ad una mostra di Andy Warhol a New York negli anni ’70: i colori psichedelici dei quadri di Warhol e dell’inizio della Pop Art se li portò dietro fino a tramutarli poi in una delle caratteristiche più rilevanti dell’Ipod alla fine degli anni Novanta. Probabilmente senza quello stimolo culturale avvenuto trent’anni prima, oggi non avremmo gli Ipod con quei colori così identificabili.


Al Festival 2014 il suo intervento in dialogo con Francesco Profumo è stato:
Territorio, cultura e risorse naturali: dal coinvolgimento allo sviluppo
La relazione con il territorio e con i suoi abitanti; il loro coinvolgimento e l’attenzione ai loro bisogni. La cultura può rappresentare oggi la fonte principale di stimoli cognitivi per la trasformazione del territorio e per guidare la crescita. Attraverso un processo innovativo di engagement e commitment si può costruire un nuovo modello e condurre insieme, cittadini e aziende, il gioco per la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse naturali e culturali.