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Ricercatore sociale e analista della pubblica opinione, presidente di Ipsos Italia, istituto che svolge ricerche di mercato e sondaggi di opinione, leader in Italia e presente in 90 paesi. Ha preso parte per 10 anni alla trasmissione Ballarò, in onda su Rai 3, presentando i rilevamenti demoscopici di Ipsos. Successivamente è diventato anche il sondaggista del talk show politico Dimartedì, condotto da Giovanni Floris in onda su LA7. Ha collaborato con alcune importanti testate giornalistiche e, dal 2014, cura Scenari per il Corriere della Sera. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano Opinioni in percentuale, L’elettore difficile, Le mutazioni del signor Rossi e Un pomeriggio all’oratorio. La prima indagine nazionale sui centri giovanili. È docente di Analisi della pubblica opinione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 2019 ha pubblicato La penisola che non c’è. La realtà su misura degli italiani (Mondadori).

Al Festival 2022 il suo intervento con Ferruccio de Bortoli è:

Sotto a chi tocca: l’Italia al voto tra aspettative e disincanto
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Al Festival 2021 il suo intervento è stato:

Gli italiani e la sostenibilità: mito o meta?
Nell’ultimo decennio è significativamente aumentata l’attenzione che i cittadini, le aziende, le istituzioni e i mass media rivolgono alla sostenibilità. La crescente attenzione a questo tema è accompagnata da importanti cambiamenti tra i cittadini, che sempre più spesso adottano comportamenti virtuosi, e tra le aziende, consapevoli della loro responsabilità sociale. Ma si fa strada il rischio che la sostenibilità possa essere una moda, uno dei tanti miti, e non una meta, che richiede impegni seri e continuativi. La comunicazione assume un’importanza cruciale per scongiurare questo rischio.
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Al Festival 2020 il suo intervento con è stato:

L’Italia ai tempi del coronavirus

Il Coronavirus ci ha colti di sorpresa e ha stravolto le nostre vite, ma ha anche fatto affiorare aspetti sorprendenti che offrono il ritratto di un paese che ha saputo reagire e in larga misura si è mostrato solidale e coeso, come talora accade in Italia nelle situazioni di emergenza. Cosa resterà di tutto ciò con l’attenuarsi della pandemia e l’incombere della crisi economica? Si manterrà lo stesso clima o ritorneranno particolarismi e divisioni?

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Al Festival 2019 il suo intervento è stato:

Opinione pubblica: maneggiare con cura

Nella società contemporanea l’opinione pubblica ha assunto un’importanza crescente per le aziende, i mezzi di comunicazione di massa, le istituzioni e la politica. Le opinioni si basano spesso su percezioni errate e su competenze molto limitate, ma ciò non impedisce ai cittadini di avere la presunzione di potersi esprimere su tutto in qualsiasi momento: si è dilatata la portata del bar sport (per riprendere il severo monito di Umberto Eco che è risultato straordinariamente profetico), la gente ha opinioni controverse e contraddittorie, tende ad esternare tutto immediatamente, senza filtri. La disintermediazione non riguarda solo il rapporto tra i cittadini e le istituzioni o i corpi intermedi, ma riguarda la messa in discussione delle persone, delle loro competenze. L’ignoranza è esibita. Questa idea che il popolo rappresenti un’unica entità è un’illusione, è una semplificazione per contrapporre il popolo alle élite. Si parla di sovranismo ma paradossalmente gli italiani non conoscono l’Italia e ci raccontano una Penisola che non c’è e rappresenta un luogo distopico.

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