BIO | MASSINI Stefano
Scrittore e raccontastorie, è l’unico autore italiano nella storia ad essersi aggiudicato, con Lehman Trilogy, il Tony Award, l’Oscar del teatro americano. La sua cifra distintiva sta nel coniugare una spiccata vena letteraria ad un forte estro di narratore dal vivo. Divulgatore pop, graffiante, ironico, spiazzante, lontano dall’aurea dell’intellettuale autocelebrativo e elitario, è un compositore e “scompositore” di parole e di storie, indagatore delle storie quotidiane e degli stati d’animo. Il grande pubblico italiano lo ha scoperto con i suoi interventi raffinati e spiazzanti in televisione a Piazzapulita, e in altri programmi televisivi tra cui Ricomincio da Rai 3. Dal 2016 collabora con il quotidiano “la Repubblica” anche con il suo spazio settimanale Manuale di Sopravvivenza. Fra i suoi testi, tradotti e rappresentati in più di 30 lingue, da Broadway alla Comédie-Française, Lehman Trilogy è stato messo in scena in tutto il mondo. Il suo romanzo Qualcosa sui Lehman (Mondadori, 2016) è stato uno dei libri più acclamati degli ultimi anni (premio Selezione Campiello, premio SuperMondello, premio De Sica, Prix Médicis Essai, Prix Meilleur Livre Étranger). La sua opera teatrale, il monumentale Manhattan Project,è un affresco teatrale di oltre 5 ore sulla nascita della bomba atomica, pubblicato in Italia per Einaudi (marzo 2023).
Al Festival 2024 i suoi interventi sono:
“Mein Kampf”: Conoscere il libro maledetto
con Alessandro Barbero e Danco Singer
Al Festival 2023 il suo intervento è stato:
Souvenir Novecento
con Luca Roccia Baldini, Mariel Tahiraj
Al Festival 2022 il suo intervento è stato:
Quando sarò capace di amare. Massini racconta a Gaber con l’Orchestra Multietnica di Arezzo
Un corto circuito spiazzante: Stefano Massini in questo spettacolo non si propone di raccontare Gaber, bensì racconta a Gaber. Ma racconta cosa? Semplicemente storie, personaggi, vicende realmente accadute, incontri e memorie che lo scrittore non avrebbe mai intercettato, se non fossero state attratte dalla calamita delle canzoni del signor G. Perché aveva ragione Borges: ogni verso evoca altri versi, ogni creazione semina altri raccolti, ogni opera muta forma in un’ennesima opera. Cosa accade allora se un narratore come Massini si lascia ispirare dai brani di Giorgio Gaber? Cosa prende forma sul palcoscenico se i racconti del “più popolare cantastorie del momento” (Repubblica) prendono forma dentro le canzoni della premiata ditta Gaber-Luporini? In un cantiere poetico contagioso e intrigante, il palcoscenico si popola di personaggi fra i più diversi e inattesi. Sono geografie del nostro essere, sono cartografie dell’esistenza, sono rotte nell’oceano di un mondo sbandato, sono danze di fuochi per illuminare la notte del nostro vagare, scoprendo che tutti in fondo attendiamo solo il momento in cui saremo, finalmente, capaci di amare. Da “I mostri che abbiamo dentro” a “La parola io”, da “Non insegnate ai bambini” a “Se io sapessi” e molti altri brani, Massini sceglie di coinvolgere il pubblico in un viaggio di echi e rimandi, in un unico grande omaggio a Gaber. Se poi in scena aggiungi i suoni e i colori di un’orchestra di musicisti da ogni parte del mondo, riuniti sotto il marchio ormai noto dell’OMA di Arezzo, ecco spiegato il successo di questo personalissimo dialogo con un cantautore che non si finisce mai di scoprire.
Al Festival 2021 i suoi interventi sono stati:
MONDO PODCAST – Le piazze raccontano
Quale storia ci racconterebbe la piazza centrale di una città, se potessimo intervistarla? Lo chiediamo a Stefano Massini, che presenta il suo primo podcast “Le piazze raccontano” che prova a rispondere proprio a questa domanda. Come? Ascoltando la voce della piazza, inventandosi un dialogo con lei, che viene presentata come un essere in carne e ossa, fiero di ricostruire fatti e misfatti di cui nei secoli è stata scenario.
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con Daria Bignardi
La conoscenza di sé (passa per l’amore)
Quella di ‘Oggi faccio azzurro’ è una storia corale dove tutti i personaggi vivono rinchiusi: le tre voci narranti dentro al dolore di un abbandono, i detenuti – coi quali lavora la protagonista principale- in galera, i tre fantasmi – la pittrice Gabriele Münter, Rosa Luxemburg e il rapper XXXTentacion – nella loro immaterialità.
C’è un azzurro per tutti o dipendiamo sempre da qualcosa? L’arte ci rende liberi o prigionieri di un’ossessione?
La conoscenza di sé e degli altri passa per l’amore. E per il dolore. Daria Bignardi ne parla con Stefano Massini.
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Al Festival 2020 il suo intervento è stato:
Siamo animali sociali
Stefano Massini, per il quarto anno ospite del Festival, parte con ironia dalla definizione di Aristotele che marchiava l’uomo come animale sociale e animale politico. La quarantena ci ha fatto riflettere tutti sui difetti e sui pregi dell’antisocialità. Ecco allora che lo scrittore ci propone un viaggio fra i miti dell’isolamento: dal mito del naufrago a quello dell’eremita medievale, dal genio che sprezza gli altri al “cerco me stesso”. Una cavalcata fra icone e stereotipi su cui pensare e sorridere.
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Al Festival 2019 il suo intervento è stato:
Civiltà e città immaginarie: Gotham City, Paperopoli e altre visioni.
A seguire ha ricevuto il Premio Comunicazione 2019
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Al Festival 2018 il suo intervento è stato:
Quattro ritratti di grandi visionari
La visionarietà è spesso limitrofa all’utopia, è sinonimo di sferzanti ironie da parte dei conformisti, tranne poi mostrarsi come il vero sale del progresso. E se questo isolamento sociale delle menti geniali è un tratto che ricorre in ogni epoca, allora cos’altro accomuna i visionari nel corso dei secoli? Proverà a dare una risposta questo excursus fra figure inattese e spiazzanti, scelte come simboli di altrettante rivoluzioni. Forte della notorietà anche televisiva ottenuta con i suoi racconti ogni giovedì sera a “Piazzapulita” su La7, Stefano Massini torna a Camogli con le sue narrazioni letterarie e mitologiche, intrise di una vivissima umanità.
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Al Festival 2017 il suo intervento con Beppe Cottafavi è stato:
L’arte del racconto all’alba del Terzo Millennio
Cosa vuol dire inventare e raccontare storie all’alba del terzo millennio? Cosa significa comunicare in un’epoca in cui tutti scrivono e i dialoghi sembrano essere diventati prima scritti e poi orali? Ma soprattutto in un’epoca all’apparenza iper-informata che cosa significa partire dalla realtà per farne la base per un romanzo? L’autore di “Qualcosa sui Lehman” (Mondadori), Stefano Massini riflette sul senso dell’ispirazione e delle ispirazioni nell’epoca dei social network e del web 3.0.
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*Ritrattino liberamente ispirato dalla foto di © Attilio Marasco