BIO | FABBRI Paolo
Semiologo, dirige il Centro internazionale di Scienze Semiotiche, CiSS, Urbino. Insegna Semiotica dell’arte al Master of Arts, LUISS, Roma. È stato co-directeur d’études a EHESS, Parigi; professore invitato UCLA, Los Angeles; Presidente DAMS, Bologna; direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Parigi. Ha pubblicato L’efficacia semiotica. Risposte e repliche a cura di G. Marrone (Mimesis, 2017).
Al Festival 2018 i suoi interventi sono stati:
con Furio Colombo, Gianni Coscia, Roberto Cotroneo, Riccardo Fedriga, Maurizio Ferraris, Valentina Pisanty, Marco Santambrogio
Musica e parole. Un ricordo di Umberto Eco
Dell’ingegno multiforme di Umberto Eco si è ricordato molto ma non tutto: il serissimo studioso di san Tommaso, semiologo, romanziere, bibliofilo, faceva posto nella sua sterminata memoria alla più completa raccolta di barzellette del secolo. Ci raccontano il suo precoce umorismo due amici di infanzia e di gioventù e di tutta la vita, Gianni Coscia e Furio Colombo. I suoi allievi e poi colleghi, Valentina Pisanty e Riccardo Fedriga, ricordano qualcuna delle sue infinite battute di spirito. Roberto Cotroneo, Paolo Fabbri, Maurizio Ferraris, Marco Santambrogio, vecchi amici e colleghi, descrivono i momenti più impensati in cui lo hanno visto ridere e giocare con le parole.
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Le vedute dell’Esperto: i tecnici, i media, i politici
L’epidemia dei fake e i vicoli ciechi della loro verifica ha riproposto la questione più generale degli Esperti nei sistemi decisionali politici ed economici della “seconda modernità”. A differenza dell’intellettuale e dall’accademico, il Comunicatore Esperto pretende all’oggettività nella gestione dei rischi naturali e sociali, anche se è legato ad un mercato e agli interessi di un pubblico. Nonostante gli equivoci e i fallimenti, la “consultocrazia” è una delle componenti più incontrollate e conflittuali della comunicazione contemporanea e una fonte inesausta della babele dei socialmedia. E’ necessario allora riflettere ai diversi livelli di expertise quotidiana e tecnica che ci richiedono oggi le forme di vita: dal voto ai vaccini, dall’impatto della natura alle previsioni economiche, dalla correttezza dell’informazione, ai sondaggi, alle crisi domestiche.
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con Raffaele Simone
La vista è davvero il più casto dei sensi?
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Al Festival 2017 il suo spettacolo con Gianni Coscia è stato:
Ecolalie: la parole e la musica
Testi di Paolo Fabbri, citazioni di Umberto Eco con accompagnamento di fisarmonica e musiche originali di Gianni Coscia
Inoltre:
Segni indelebili: le nuove arti del tatuaggio
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Deep Web, ovvero la comunicazione al nero
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Al Festival 2015 il suo intervento è stato:
Figure dell’Orrore: l’attualità dello Zombi
L’Orrore è un genere pervasivo nella comunicazione contemporanea. Il “collettivo” Zombi figura in tutto il mediascape: dal libro al cinema, dal fumetto al videogioco. Fin dal libro di Umberto Eco, Apocalittici e integrati – di cui ricorre il cinquantenario – questo “figuro” pone serie domande sul suo senso e valore.
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Al Festival 2014 il suo intervento è stato:
Il segno all’offensiva: le forme e le forze
Egli stesso lo ha presentato così: Comunicare non è solo attaccare discorso: argomentare razionalmente, appurare il vero o fare comunità. I discorsi sono anche attacchi polemici, diverbi e diatribe. Il linguaggio politico in particolare esibisce nei media una panoplia performativa di insulti verbali e visivi che hanno una loro morfologia e sintassi, semantica e retorica. La ‘malalingua’ delle ingiurie e contumelie, satire e pamphlet è all’ordine del giorno.