BIO | CALBI Antonio

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Direttore artistico e manager culturale, ideatore di numerosi progetti, manifestazioni ed eventi, critico e studioso delle arti sceniche. Dopo aver diretto il Teatro Eliseo di Roma e il Settore Spettacolo, Moda e Design del Comune di Milano, dal 2014 è direttore generale e artistico del Teatro di Roma – Teatro Nazionale. Si è occupato anche di formazione, di design e architettura e ha curato numerose pubblicazioni. Nel 2015 la Repubblica Francese lo nomina Chevalier de l’Ordre des Arts et des Letters; nel 2017 è Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

 


Al Festival 2018 il suo intervento, con Umberto Orsini, è stato:
Umberto Orsini allo specchio
Una conversazione con Antonio Calbi.


Al Festival 2017 il suo intervento è stato:

Il teatro come parlamento sociale
Si sa di come il teatro occidentale sia nato in Grecia e si sia affermato definitivamente come arte sociale per eccellenza proprio al tempo di Pericle, nel V secolo. Figlia prima della democrazia, dunque, parente prossima dell’arte oratoria, della dialettica politica, l’arte scenica sta alla vita come la politica sta alla comunità degli uomini. Con essa l’uomo ha provato e prova ancora oggi a sfiorare l’indicibile, ciò che le scienze esatte stentano a spiegare, tramite la mimesi del quotidiano, ma soprattutto reinventando, con la vita stessa, altri mondi, altri linguaggi, altri sentimenti, altre emozioni. Con i loro emicicli dapprima naturali, poi in muratura, i teatri sono veri e propri parlamenti sociali, cuori pulsanti della pòlis, tanto da far sentenziare a Platone che Atene non era una democrazia bensì una teatrocrazia. Ed era vero: nel teatro di Dioniso, affollato fino a 15 mila cittadini, non si discettava solo di dèi ed eroi, bensì veniva deciso il futuro dei politici del tempo. Oggi ci piace pensare che, nel vuoto nel quale siamo sprofondati, i teatri tornino ad essere agorà civili e culturali.
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Inoltre, con Giulia Lazzarini:
Il teatro come relazione. Pensando a Giorgio Strehler