BIO | BETTINI Maurizio

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Classicista e scrittore, professore emerito di Filologia Classica all’Università di Siena, dove dirige il Centro Antropologia e Mondo antico. Dal 1992 tiene regolarmente seminari presso il Department of Classics della University of California at Berkeley, con l’editore Einaudi cura la serie “Mythologica”, presso Il Mulino la collana “Antropologia del Mondo Antico”. Collabora regolarmente con la pagina culturale de La Repubblica ed è autore di romanzi e racconti. Fra i volumi più recenti: Contro le radici, Bologna Il Mulino 2012; Vertere. Antropologia della traduzione nella cultura antica, Torino Einaudi, 2012; Con l’obbligo di Sanremo, Torino Einaudi, 2013; Elogio del politeismo. Quello che possiamo imparare oggi dalle religioni antiche, Bologna Il Mulino, 2014; con W. M. Short (eds), Con i Romani. Un’antropologia del mondo antico, Bologna Il Mulino, 2014. Homo sum. Essere umani nel mondo antico, Torino Einaudi 2019; Roma. Città della parola, Torino Einaudi 2022

Al Festival 2023 il suo intervento sarà:

Il sussulto del ricordo e il raschietto dell’oblio. La memoria a Roma antica


Al Festival 2021 il suo intervento è stato:

La memoria delle orecchie. Conoscenza e comunicazione e nella cultura romana
Nella Roma arcaica, ma anche nelle fasi successive della storia romana, la “parola parlata” esercitava un ruolo di straordinaria importanza nella produzione culturale: dalla poesia, al diritto, alla religione. Per lungo tempo a Roma l’esercizio del “conoscere” e quello dell’“ascoltare” furono molto più vicini, l’uno all’altro, di quanto possono essere oggi, in un mondo in cui la comunicazione passa attraverso i caratteri dell’alfabeto e l’incontenibile turbinio di immagini da cui siamo avvolti.
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Al Festival 2015 il suo intervento è stato:

Gli indovini e il linguaggio degli animali
A colloquio con il fato: aruspici e indovini nel mondo antico. Conoscere il proprio futuro: ecco una delle maggiori preoccupazioni che agitano ciascuno di noi. Tanto quanto ci preoccupa sapere se le potenze superiori che ci governano – siano esse gli dèi, un Dio unico, la volontà popolare o l’economia globale – accorderanno o meno il loro favore alle azioni che intendiamo intraprendere. A questo scopo il mondo contemporaneo si affida a metodi di previsione che si vogliono scientifici, dalle analisi di mercato, alla statistica, ai sondaggi di opinione; al contrario l’antichità sembra piuttosto rivolgersi a strumenti di carattere divinatorio, che ai nostri occhi si presentano del tutto irrazionali. Ma è davvero così?