BIO | GRASSO Aldo

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È professore ordinario di Storia e critica della Televisione e, dal 2008, direttore scientifico del Ce.R.T.A., Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica. Critico televisivo ed editorialista per il Corriere della Sera, ha inoltre ideato e condotto la fortunata serie radiofonica A video spento e diretto i programmi radiofonici della Rai nella stagione ricordata come “dei professori” (1993-1994).

Al Festival 2024 il suo intervento è:

Settant’anni di Televisione


Al Festival 2023 i suoi interventi sono stati:

La televisione è un mito antico

“Da grande vorrei essere la spalla di Fiorello” – Intervista-spettacolo
con Rosario Fiorello


Al Festival 2022 il suo intervento con Monica Maggioni è stato:

La televisione spiegata al popolo
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Al Festival 2021 il suo intervento con Fabio Genovesi è stato:

Troppi moralisti, pochi moralizzatori
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Al Festival 2020 il suo intervento con Pierluigi Pardo è stato:
Storia sociale della TV italiana
Per oltre mezzo secolo, la televisione è stata il medium egemone del ‘900 e ha svolto un preciso ruolo sociale, alimentando un’esperienza tanto diffusa quanto condivisa per gli spettatori, riassumibile nella semplice espressione: “guardare la televisione”. Per molto tempo, dunque, guardare la televisione è stato come guardare un nuovo mondo, una scoperta di inestimabile valore. Allora la televisione era il presente, era il politico, era il successo (tanto da introdurre lo strumento che lo decretasse, l’Auditel), era era l’ambiente. Lo scenario attuale di trasformazione e convergenza tecnologica comporta anche una mutazione nell’identità di chi guarda, lo coinvolge fisicamente, anche se l’immagine del “neospettatore” appare ancora sfuggente perché il “nuovo” cerca di rendersi più accettabile assumendo alcune forme tipiche del “vecchio”, e viceversa queste ultime reagiscono alla competizione, ricavandosi nicchie di sopravvivenza.
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Al Festival 2019 il suo intervento con Fabio Genovesi è stato:
La civiltà delle due ruote
Molte volte si è detto che il ciclismo è un “amore infinito”, un “luogo della memoria”, una sorta di grande album di famiglia su cui si fonda anche la nostra identità, una Storia “minore”, piena di nostalgie, aneddoti ed entusiasmi, capace però di integrare quella “maggiore”. Di questo amore e di questa civiltà ne discutono Fabio Genovesi e Aldo Grasso.
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Al Festival 2018 il suo intervento, con Monica Maggioni, è stato:
Il servizio pubblico è una chimera?
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Al Festival 2017 il suo intervento con Edoardo Camurri è stato:
Viaggio nell’Italia delle connessioni
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Al Festival 2016 il suo intervento è stato:
La televisione nell’età della Convergenza
Come il segnale digitale ha cambiato i media.
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Al Festival 2015 il suo intervento è stato:
La Rai fa servizio pubblico? 

con Carlo Freccero