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È attore, musicista e scrittore. Nato a Plovdiv in Bulgaria, da una famiglia ebraico-sefardita, dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 ha iniziato ad avvicinarsi al teatro, collaborando con artisti di fama internazionale come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e, successivamente, proponendo se stesso come regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” molto originale, che raccogli e la sua vena di intrattenitore, oratore e umorista. Le sue produzioni discografiche, librarie e gli stessi spettacoli sono caratterizzati dal “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si fa portavoce attraverso la sua arte.

Al Festival 2022 il suo intervento con Aldo Cazzullo, Giovanna Famulari è stato:

Il duce delinquente
La maggioranza degli italiani pensa che Mussolini fino al 1938 le abbia azzeccate quasi tutte, fino all’ “errore” dell’alleanza con Hitler, delle leggi razziali, della guerra. Dimostreremo che non è così. Prima del 1938, Mussolini aveva provocato la morte di Gobetti, Gramsci, Matteotti, Amendola, dei fratelli Rosselli e di don Minzoni. Aveva fatto morire in manicomio il proprio stesso figlio, e la donna che aveva amato. Aveva preso e mantenuto il potere nel sangue, perseguitando oppositori e omosessuali, imponendo un clima plumbeo e conformista. Aveva chiuso i libici in campo di concentramento, gasato gli abissini, bombardato gli spagnoli. Si era dimostrato uomo narcisista e cattivo. La guerra non è un impazzimento; è lo sbocco naturale del fascismo. E aver mandato i soldati italiani a morire senza equipaggiamento in Russia, nel deserto, in Albania è stato un altro crimine, contro il suo stesso popolo. E ancora devono arrivare gli orrori della guerra civile. E del neofascismo delle bombe sui treni, nelle banche, in piazza. Una storia a due voci: Aldo Cazzullo racconta, Moni Ovadia legge i testi del Duce e delle sue vittime. Con musiche e canzoni dell’epoca. Alla fine capiremo perché dobbiamo vergognarci del fascismo. Ed essere orgogliosi dei resistenti che l’hanno combattuto.


Al Festival 2019 il suo intervento con Alessandro Magno è stato:

Aperitivo con l’autore. Dare voce a un capolavoro
Moni Ovadia, attore e drammaturgo, si confronta con Alessandro Magno, Chief digital officer del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, sul mondo dell’audiolibro e sulla sfida di interpretare un grande classico come I fratelli Ashkenazi, di Israel J. Singer. In collaborazione con Audiolibri Salani.
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