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Civiltà è quella speciale combinazione di caratteri in cui si riflette l’identità di un popolo e con cui si manifesta la sua vita materiale, sociale e spirituale. È lo spazio fisico e geografico in cui si costituisce e si esprime una comunità; è la contingenza storica in cui va definendosi, con usi e costumi comuni, sistemi di governo, forze sociali, scale di valori, ideologie e credenze.
I gruppi umani sono definiti più dai cambiamenti e dalle trasformazioni che dai tratti comuni e dalle continuità, ma è attraverso le loro abilità narrative, l’arte, la letteratura, il linguaggio musicale e architettonico, teatrale e cinematografico, che essi riescono ad elaborare matrici identitarie forti e durature, che segnano la storia e condizionano l’avvenire.
Civiltà è la particolare relazione tra gli uomini e il proprio immaginario simbolico (la propria memoria storica, l’eredità culturale che portano dentro, i monumenti e i grandi lasciti intellettuali del passato) che orienta l’agire comune, disegnando, sottoforma di narrazione storica e mitica, in un coerente e convincente racconto esistenziale, identità sempre cangianti in contesti altrettanto mutevoli.
Ma civiltà è anche il rapporto tra gli uomini e la loro vita materiale: le conquiste tecniche e cognitive, le tecnologie e i beni di consumo che popolano la nostra quotidianità e l’immaginario collettivo. Le economie, i mercati finanziari e le imprese, controllando i cicli produttivi e gli scambi commerciali, concorrono a definire una civiltà, condizionandone i ritmi di vita, le abitudini, i costumi, le mode e le aspirazioni, l’uso del tempo e delle risorse.
Il concetto di civiltà chiama in causa il vivere “insieme”, il senso civico, una certa visione di socialità, di rapporto con l’altro, un’idea di confine e di barbarie. Ma è anche relazione con l’ambiente, con una territorialità geografica, un certo ecosistema, con i suoi delicati equilibri, il suo patrimonio floristico e faunistico e i suoi bioritmi. Leggi, statuti, nazioni, forme di governo, organizzazioni politiche sono i segni tangibili di un ordine di vita condiviso e di una visione di comunità, che mira a dare forza e coesione alle singole individualità, tra adesione e contestazione, dialettica e imposizione.
Ma civiltà è soprattutto identità in divenire, opera di una volontà collettiva, un progetto di futuro che ha dirette ripercussioni nella vita presente e implicazioni politiche e sociali di vasta portata.
Stiamo avanzando verso una civiltà globale e interconnessa, in cui mercati, culture, individui e informazioni sono sempre più interdipendenti, ma scossi da forze interne contrastanti: sogno multiculturale e recupero delle identità locali, crisi delle ideologie e fondamentalismi, volatilità del mercato del lavoro e delle carriere individuali. A ciò si aggiunga il progressivo trasferimento di autorità dagli individui agli algoritmi, tra consapevolezza e manipolazione, libertà d’informazione e dittature digitali.
Oggi, dirigendoci sempre più verso la formazione di un’identità globale, abbiamo bisogno di ripensare il concetto di civiltà, arricchendolo di un significato nuovo, capace di includere, senza omologare, le specificità dei popoli e delle persone, con un’attenzione ai bisogni del presente e uno sguardo largo verso il futuro, per affrontare sfide nuove e cogliere opportunità mai verificatesi prima.
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